Parlare di modelli di ChatGPT nel 2025 è un po’ come parlare di automobili: ognuno ha i propri gusti ed esigenze, partendo dalla consapevolezza che per la maggior parte delle persone una solida Panda sarebbe più che sufficiente.
Conoscere il modello giusto, in ogni caso, può fare la differenza laddove gli utilizzi siano più profondi, specialistici o esigenti.
Se usi ChatGPT solo nella versione gratuita, per esempio, stai parlando con GPT-3.5, il modello più datato ancora disponibile. Va più che bene per la maggior parte delle applicazioni quotidiane: un testo da sistemare, una bozza di idea, un riassunto veloce. Ma appena le richieste diventano più complesse o più “sensibili”, cominci a vedere i limiti, soprattutto per il numero di ricerche approfondite che si possono fare nella versione, appunto, gratuita e accessibile a chiunque.
Il salto si fa con GPT-4, accessibile tramite abbonamento (il famoso “ChatGPT Plus”). Qui le cose cambiano: la comprensione migliora, le risposte sono più precise, il tono è più coerente. Per chi lavora nel marketing, nella formazione, nella consulenza, GPT-4 è lo standard per un uso professionale e molto più frequente.
Arriviamo poi a GPT-4o, anche detto Omni, il nuovo modello introdotto da OpenAI. È multimodale: capisce testo, immagini e voce. È più rapido, più creativo, più vicino al modo umano di ragionare. È anche quello che stai usando se hai attivato l’ultima versione del sistema. E c’è anche una variante più leggera, GPT-4o Mini, pensata per dispositivi meno potenti o app leggere.
In parallelo, esistono altri modelli specifici della serie “o”, come o3 e o4-mini, ottimizzati per compiti che richiedono ragionamento strutturato: analisi, ricerca, contesti tecnici.
Non è detto che servano a tutti, ma sapere che esistono può evitare di chiedere a GPT-3.5 di fare il lavoro di un analista finanziario.
Ma insomma, quale modello ChatGPT devo usare?
Come al solito, dipende da cosa ti serve.
Qui ti rimando alla documentazione ufficiale di OpenAI ma… vogliamo fare un riassunto? Facciamolo.
Tutti i modelli di ChatGPT 2025
GPT-3.5: la cara vecchia Panda (ma gratuita)
È il modello predefinito per chi usa ChatGPT senza abbonamento. Funziona bene per molti dei compiti quotidiani: scrivere una mail, riassumere un testo, suggerire idee. È veloce e leggero, ma ha memoria corta (ricorda meno del contesto), non gestisce bene le istruzioni complesse o lunghe, e soprattutto non ha accesso a funzioni avanzate come l’analisi di immagini o file.
– A chi serve: a chi è agli inizi o ha bisogno solo di assistenza testuale leggera.
– Limiti principali: poca coerenza nei task lunghi, ragionamento a volte superficiale.
GPT-4 (standard): il professionista affidabile
È il modello incluso in ChatGPT Plus (23 euro/mese), ed è ancora oggi una delle opzioni più solide per uso aziendale, strategico, didattico. È più preciso, più coerente, e gestisce con intelligenza consegne articolate, scrittura su tono specifico, dialoghi più realistici.
– A chi serve: a chi crea contenuti, elabora piani, fa formazione, ricerca o consulenza.
– Punti forti: ottimo ragionamento logico, scrittura fluida, buona personalizzazione.
– Limiti: non è multimodale (non legge immagini o voce).
GPT-4o (“Omni”): il nuovo cervello multitasking
Qui cambia tutto. GPT-4o è il modello più avanzato di OpenAI (lanciato maggio 2024). È multimodale, cioè capisce e genera testo, immagini, audio e codice. È più veloce del GPT-4 standard, costa meno in termini computazionali ed è anche più “umano” nelle risposte.
– A chi serve: a chi lavora con contenuti visivi, con dati da analizzare o ha bisogno di un assistente più versatile.
– Funzionalità chiave: upload di immagini, analisi documenti PDF, generazione voce, conversazioni naturali, interfacce dinamiche.
– Punti forti: comprensione contestuale molto avanzata, gestione file, tono flessibile, ragionamento migliorato.
GPT-4o Mini e altri modelli “o” (come o3, o4-mini)
Queste sono varianti ottimizzate per dispositivi mobili o software embedded. Hanno performance simili a GPT-4o ma con consumo di risorse molto più basso. Ideali per integrazioni tecniche o app aziendali.
– A chi servono: sviluppatori, startup, progetti integrati (CRM, chatbot, app educative).
– Punti forti: velocità, efficienza, adatti a device a bassa potenza.
– Limiti: non sempre aggiornati o disponibili per uso pubblico diretto.
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