Facebook è depresso. Ma serve ancora.

Facebook è in crisi. Non tanto nei bilanci — Meta ha registrato 42 miliardi di dollari di entrate nel primo trimestre del 2025, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente — quanto nell’immaginario collettivo.

Per molti, Facebook è diventato il “social dei boomer”, un luogo dove si condividono meme datati e si litiga nei gruppi di quartiere. Le nuove generazioni preferiscono piattaforme come TikTok o Instagram, lasciando Facebook a un pubblico più adulto.

Ma c’è un altro aspetto più profondo: l’impatto sulla salute mentale. Studi hanno evidenziato come l’uso eccessivo dei social media, Facebook incluso, possa contribuire a sintomi di depressione, ansia e bassa autostima, soprattutto tra gli adolescenti .

Eppure, nonostante tutto, Facebook continua a essere uno strumento utile. Per le aziende, rappresenta una piattaforma efficace per raggiungere il proprio pubblico, con strumenti pubblicitari avanzati e una base utenti vasta e diversificata .
Sprout Social

Inoltre, per molte comunità, Facebook rimane un punto di riferimento per organizzare eventi, condividere informazioni locali e mantenere i contatti. La sua capacità di creare e mantenere connessioni sociali è ancora rilevante, soprattutto in un’epoca in cui l’isolamento è una realtà per molti.

In conclusione, Facebook sta attraversando una fase di trasformazione. Mentre affronta sfide legate alla percezione pubblica e all’impatto sulla salute mentale, continua a offrire strumenti preziosi per comunicare, informare e connettere. Forse non è più il social network dominante di un tempo, ma ha ancora un ruolo significativo da svolgere.
Come al solito, il punto è analizzare la complessità.

E nella complessità di risposte secche ce ne sono pochissime. L’analisi e il pensiero, invece, sono essenziali.

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